Nel Coaching chiamiamo task le azioni che il nostro cliente deve svolgere fra una sessione e l’altra, e non li chiamiamo con la parola italiana compiti perché questa può evocare i compiti a casa che ci davano quando andavamo a scuola! Potenza delle parole! Ecco, in questo post voglio consegnarvi un task.
Ecco, quando lavoriamo con un cliente sulla sua autostima, capita spesso di dare indicazioni su cosa fare, praticamente, durante lo svolgimento delle proprie giornate, nel suo mondo, dove la persona misura concretamente la fiducia in se stesso, il rapporto fra i successi che ottiene e tutte quelle che sono le sue aspirazioni. L’autostima, infatti, è un’esperienza soggettiva di valutazione positiva del proprio valore, basata sulla considerazione che si ha di sé, ogni volta che percepiamo di aver fatto bene qualcosa nel lavoro, negli affetti, nei vari ruoli che rivestiamo come figli, genitori, partner, amici, colleghi, leader nel lavoro.
La carenza di autostima porta l’attenzione di una persona, soprattutto, sulle cose non riuscite, su quelle che lei giudica come fallimenti ed errori. Ecco perché è importante, quando si lavora con un coachee (la persona che usufruisce delle sessioni di Coaching) che vuole migliorare la sua autostima e le sue performance, far si che lui possa dirottare la sua attenzione, il suo focus, su quanto c’è di buono in sé e nella sua vita, quanto c’è da apprendere e su tutto il potenziale positivo che ogni essere umano possiede.
Un modo molto semplice e allo stesso tempo molto potente al fine di aumentare consapevolezza, buon umore ed autostima, è quello di porsi delle domande utili (così le definiamo in Programmazione Neuro Linguistica, né buone, né giuste, né belle, ma utili!) da farsi abitualmente, creando una sorta di rito giornaliero che ci distragga da convinzioni e pensieri negativi e porti il nostro focus su ciò che ci fa star bene.
Il task che io ho usato molte volte e che spesso suggerisco ad amici e clienti è quello di compilare una lista di domande e scriverle su due post-it da attaccare, magari, sullo specchio del bagno, della camera o, insomma, di un luogo che si frequenta ogni giorno e in cui sostare per qualche minuto, al mattino appena svegli e alla sera, prima di coricarsi, e prendendosi il tempo per trovare due, tre risposte per ognuna. Si tratta di scrivere le cosiddette Domande del Mattino (su un post-it di colore giallo o arancione) e le Domande della Sera (su un post-it di colore verde o azzurro). Ecco le domande.
Domande del Mattino:
- Cosa c’è di bello nella mia vita?
- Che cos’è che mi rende felice nella mia vita adesso?
- Di cosa sono grato?
- Quali sono le persone che mi amano e che io amo?
- Cosa posso fare per rendere questo giorno/anno migliore?
Domande della Sera:
- Cosa ho dato oggi? In che modo ho contribuito?
- Che cosa ho imparato oggi?
- Che emozioni ho provato oggi?
- Con chi ho condiviso cose?
- In che modo la giornata ha migliorato la qualità della mia vita?
Ora che ci penso, tanti anni fa leggendo un meraviglioso libro di Leo Buscaglia, Vivere, Amare, Capirsi mi colpì molto un suo racconto. Quando era piccolo, suo padre gli chiedeva, tutte le sere dopo cena, <<che cosa hai imparato oggi?>> e lui sapeva che doveva avere, sempre, una risposta pronta e interessante per il suo papà. E se durante il giorno non aveva imparato nulla di interessante, doveva cercare qualcosa sull’enciclopedia. E Buscaglia racconta che anche da adulto, ogni sera non va a letto se non ha imparato qualcosa di nuovo e interessante ogni giorno!
Forse è già da allora che ho la consapevolezza che sia importante e utile riempire i pensieri di cose positive, di cose che ci arricchiscono, in modo che l’attenzione sia rivolta prevalentemente a quelle cose e che, di conseguenza, i nostri comportamenti, le nostre convinzioni e i nostri sentimenti siano condizionati positivamente, influenzando in questo modo la nostra vita.
E ora… a comprare due utili post-it!
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